Vienna – Bratislava – Budapest: 1° tappa – impressioni

Uscire da Vienna all’inizio sembra un gioco da ragazzi perché la pista a sinistra del Danubio è li, pronta per poter essere inforcata. Dopo un po’, però, ci si accorge che non è proprio così ed il rischio è quello di fare un bel po’ di confusione.

Una spiegazione, per quanto ci riguarda, sta nelle mappe fornite dall’agenzia locale che organizza questi viaggi. Sono mappe vecchie in cui non ci sono tutte le modifiche intervenute negli ultimi anni ed anche la rappresentazione e l’interpretazione dei luoghi lascia molto a desiderare.

Per questo motivo vi consigliamo di attrezzarvi con mappe aggiuntive come quelle di google o altre che potete acquistare in libreria. Molto più facile è la vita per chi si dota di navigatore GPS e delle relative tracce ma non è il nostro caso: sarebbe finita anche quel po’ di avventura che ancora possiamo permetterci.

Il paesaggio che abbiamo trovato è incantevole dal punto di vista naturalistico; ricordiamo che siamo nel Parco Nazionale del Danubio anche se,per molti tratti, il fiume non si vede perché completamente nascosto dalle rive alberate.

Già da questa prima “tappa” abbiamo avuto una grande fortuna:   vederci attraversare la pista da un magnifico esemplare di cervo maschio adulto, dotato di un palco di corna eccezionali. Purtroppo, come si puo ben immaginare, non ci ha dato il tempo di fotografarlo.

Poche  le fotografie che troverete a corredo di questo primo tratto a causa dell’ incessante pioggia che ci ha accompagnato per quasi tutto il tempo. Le fotografie di Petronell-Carnuntum le potete però trovare nel resoconto fotografico della seconda giornata, dato che il mattino seguente abbiamo approfittato del fatto che, finalmente , non pioveva più per fare qualche scatto veloce.

E’ utile ricordare, a chi avrà la bontà di leggerci, che siamo riusciti a completare il percorso solo perché dotati di giacche e pantaloni impermeabili capi che non devono mai mancare nelle borse da viaggio del cicloturista previdente..

Parecchio anche il freddo da cui ci siamo dovuti riparare nonostante fosse il 3 luglio, in questo caso pantaloni lunghi e giubbino pesante sono stati una vera risorsa.

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