Percorso ad anello tra i castelli della bassa Veronese: impressioni
|Nulla ti concede il privilegio di conoscere il territorio come la bicicletta. Il nostro viaggio lento anche in questo caso ci ha permesso di riempirci gli occhi e di scoprire cose nuove. Un esempio? La lapide, che trovate anche nelle nostre foto, affissa a Governolo nel 1965 in occasione del 770′ anniversario della morte del sommo Poeta Dante Alighieri che recita i versi 70 – 78 dell’Inferno:
” Siede Peschiera, bello e forte arnese
da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi,
ove la riva ‘ntorno più discese.
Ivi convien che tutto quanto caschi
ciò che ‘n grembo a Benaco star non può,
e fassi fiume giù per verdi paschi.
Tosto che l’acqua a correr mette co,
non più Benaco, ma Mencio si chiama
fino a Governol, dove cade in Po.
La tradizione vuole che la città di Mantova sia stata fondata da un’indovina greca di nome Manto. Fuggì da Tebe per non sottostare al prepotente Creonte. Manto arrivò fino nel cuore della Pianura Padana e poi, per nave, risalì il Po fino a Governolo e da Governolo, ancora controcorrente, sul Mincio, fino su un’isola in mezzo ai laghi. Qui, racconta Virgilio per bocca di Dante nel cap. XX dell’Inferno:
«ristette coi suoi servi a far sue arti e visse e vi lasciò suo corpo vano…».
Successivamente, sopra «quell’ossa morte» sarebbe sorta la città, chiamata Mantova in omaggio alla sua celebre fondatrice.
Impressionante anche la vista della “Torre della Fame”, a Castel D’Ario, dove francesco I Pico e i sui figli furono rinchiusi senza acqua né cibo e lasciati morire di fame dal signore di Mantova.
E che dire di una foto abbracciati alla statua di bronzo del grande campione del mondo Tazio Nuvolari?
Insomma, come vedete, c’è da stare parecchio con la bocca aperta anche in mezzo a queste distese di campi e acqua di questa parte della pianura padana.
Il percorso è tutto in pianura, molto facile e adatto a tutti. Raccomandiamo come sempre, per la stgione calda, cappello e acqua a sufficienza.
Buona passeggiata a tutti