Lunga via delle Dolomiti: le nostre impressioni

Abbiamo deciso di provare a fare un altro percorso molto noto, già conosciuto e pubblicizzato in tanti siti internet: La ciclabile delle Dolomiti.
La voglia ci è venuta nel vedercela sfilare a fianco mentre percorrevamo in auto la statale che porta a Cortina e, dopo un’occhiata al sito di riferimento, ci siamo “avventurati”.

Siamo partiti da Calalzo per arrivare sino a Cortina: la distanza non è proibitiva; sono solo 37 Km.; bisogna però dire, ad onor del vero, che sono 37 km tutti in salita, quindi non si può certo affermare che sia una “scampagnata”.
La descrizione del percorso, le note tecniche e la sua storia, come dicevo prima, sono facilmente reperibili, la nostra impressione “tecnica” è che non sia molto semplice, non solo per la lunga salita ma anche per la conseguente discesa che, contrariamente a quello che qualcuno può pensare, a volte può davvero rivelarsi difficile, al limite della pericolosità . Quindi, come sempre, si raccomanda di partire con una bicicletta adatta, muniti di caschetto e di una buona dose di prudenza.
Ora però è giusto “dare a Cesare quel che è di Cesare” e tributare a questo percorso tutto l’onore che gli compete. La cornice è indescrivibile, quelle che ci circondano non sono montagne ma monumenti scolpiti dall’unica mano in grado di farli così, la loro imperiosità si respira, quasi ti schiaccia lasciandoti senza parole, a tratti senza respiro. Il Monte Pelmo, l’Antelao, si stagliano verso il cielo enormi, maestosi e questo percorso ti permette di passare così vicino alle montagne, di essere così “sotto” alla loro maestosità da farti sentire un tutt’uno con loro. Il silenzio è d’obbligo, la montagna la fa da padrona e i paesi che si attraversano, le piccole stazioni della vecchia ferrovia, restaurate con gusto, sembrano delle candeline su di una torta nuziale.
L’arrivo a Cortina regala soddisfazioni non indifferenti a chi, come noi, si sente fiero della propria fatica e felice di ciò che ha gustato.
Una passeggiata (rigorosamente con bicicletta alla mano) è d’obbligo lungo il lussuoso “liston” della Perla delle Dolomiti, per godere di quell’ atmosfera quasi un po’ retrò, tipica dei film degli anni ’60, quando la dolce vita regalava a quei bar e a quelle panchine attimi di celebrità.
Il ritorno, con le montagne alle spalle, ti permette di godere dei boschi con un gusto che la salita aveva un po’ tenuto a freno.
Ed anche a questo punto le sensazioni davvero si accavallano, sembra quasi di essere catapultati all’interno di una vecchia favola, dove gnomi o folletti potrebbero spuntare da dietro ad ogni albero.
A questo punto anche il ritorno a Calalzo è degno di nota, perché dalla strada che ci riporta al punto di partenza si ha una splendida visuale del lago che all’andata era quasi passato inosservato.
Insomma, come avrete capito, un itinerario che consigliamo in pieno a chi, come noi, riesce a godere di quanto questo splendido mondo ancora ci dà.